04 luglio 2006

Citazione per stasera

Dall' Enrico V di William Shakespeare:
Discorso di Re Enrico alle truppe prima della sanguinosa battaglia di Azincourt
(25 ottobre 1415 - Francia - Guerra dei Cento Anni)


WESTMORELAND - Oh, aver oggi qui, non dico tanto, un diecimila in più, tra tutti quelli che son rimasti in ozio in Inghilterra!
ENRICO - Chi è che formula un tal desiderio? Sei tu, cugino Westmoreland?
No, mio caro cugino, niente affatto!
Se noi siamo segnati per la morte, qui siamo già abbastanza perché si possa dir che siamo stati una perdita grave per la patria; se poi siamo segnati per la vita, quanti meno saremo, tanta maggiore gloria per ciascuno. Perciò ti prego, per l'amor di Dio, non augurarti un sol uomo di più.
Io, per Giove, non son bramoso d'oro, né mi son mai curato di sapere quanti sono che campano a mie spese, né m'ha giammai procurato fastidio 'altri si sia vestito dei miei panni: queste esteriorità non hanno posto tra la cose che il cuore mio desidera. Ma se è peccato aver sete di gloria, io sono l'anima più peccatrice di quante vivono su questa terra.
No,cugino, che non ti venga in animo il desiderio d'un sol uomo in più dall'Inghilterra.
Ma, pace di Dio!, neanche a costo di dannarmi l'anima mi sentirei disposto a rinunciare sia pure ad un millesimo di gloria ch'io ritenessi di dover spartire con un sol uomo in più di quanti siamo! Per favore, non lo desiderare. Anzi, sai che ti dico, caro Westmoreland? Va' a proclamare per tutti i reparti che se ci sia qualcuno in mezzo a loro che non si senta di prendere parte a questo scontro, se ne vada a casa: riceverà il suo bel lasciapassare e gli saranno messe nella borsa le corone pel viaggio di ritorno. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con noi.
Da noi in Inghilterra questo giorno è la festa di Santo Crispiniano; chi a questo giorno sopravviverà ed avrà la fortuna d'invecchiare, ogni anno, alla vigilia della festa, radunerà i vicini intorno a sé: "Domani è San Crispino e Crispiniano", dirà e, rimboccandosi le maniche ed esibendo le sue cicatrici, "Queste son le ferite che ho toccate nel dì di San Crispino". I vecchi sono facili all'oblio, ma lui avrà obliato tutto il resto, non però la memoria di quel giorno, anzi infiorando un poco quel ricordo per quel che ha fatto lui personalmente. E allora i nostri nomi, alle sue labbra già stati famigliari - Enrico il Re, Bedford , Warwick,e Talbot, Gloucester , Exeter, e Salisbury - gli ritorneranno vivi alla mente tra i boccali colmi, e il brav'uomo tramanderà a suo figlio questa nostra vicenda; ed i Santi Crispino e Crispiniano, da questo giorno alla fine del mondo non passeranno più la loro festa senza che insieme a loro non s'abbia a ricordarsi anche di noi; di questi noi felicemente pochi,di questa nostra banda di fratelli: perché chi oggi verserà il suo sangue sarà per me per sempre mio fratello e, per quanto sia umile di nascita, questo giorno lo nobiliterà; e quei nobili che in Inghilterra ora dormon ancor nei loro letti, si dovran reputare sfortunati per non essere stati qui quest'oggi, e si dovran sentire sminuiti perfino nella essenza d'uomini quando si troveranno ad ascoltare alcuno ch'abbia con noi combattuto il dì di San Crispino.
SALISBURY - Mio sovrano, sbrigatevi; i Francesi sono in campo perfettamente schierati in battaglia e fanno mossa di attaccarci subito.
ENRICO - Qui tutto è pronto, se son pronti i cuori.
WESTMORELAND - E morte colga a chi si tira indietro!
ENRICO - Allora non desideri, cugino, nessun aiuto più dall'Inghilterra?
WESTMORELAND - Oh, sire, giuraddio, vorrei che questa regale battaglia potessimo combatterla noi due, da soli voi ed io, senz'altri aiuti.

Recitato da Kenneth Branagh nell'ominmo film del 1989 è ancora più sublime.